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Mer, Set
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Memorie di un cronista locale sulla storia assurda del complesso Pio Monte della Misericordia di Casamicciola

Attualità
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Se avrò forza e voglia, scriverò un libro di memorie su quella che considero una vicenda assurda: la storia del complesso del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola. Una vicenda che oggi – mi pare – si stia finalmente avviando a soluzione. Dopo 53 anni.

In questo lunghissimo arco di tempo si è accumulata una produzione incancellabile di annunci, denunce, tentativi di speculazione edilizia, società fantasma, cambiamenti di status giuridici, sottoscrizioni popolari, proposte di soluzioni giuridiche e finanziarie, delibere comunali, accordi “a contenuto plurimo” finiti al macero insieme a centinaia di milioni di ex lire...

Ricordo delibere del 1982 della Giunta Regionale della Campania, che prevedevano il trasferimento gratuito dei beni al Comune di Casamicciola, in seguito allo scioglimento degli IPAB secondo la legge 385. Ricordo conferenze, dibattiti, polemiche e persino un progetto firmato dall’architetto Pica Ciamarra, durato 15 anni, per un hotel a sette stelle... senza acqua termale.

Ci furono transazioni tra Comune ed ente morale, permessi a costruire mai ritirati, proposte mai realizzate. Una storia lunghissima e contorta, iniziata nel 1972, quando – a 23 anni – scrissi il mio primo articolo da cronista politico sul Giornale d’Ischia. Studiavo Economia e Commercio e già allora inquadravo il tema nei suoi aspetti economici e sociali.

Il complesso del Pio Monte occupava metà del territorio comunale: un investimento in un’area a recessione industriale. Una struttura fondamentale per il rilancio del termalismo, proprio come lo fu nel 1895, dodici anni dopo il devastante terremoto del 28 luglio 1883.

Ho scritto centinaia di articoli su questa vicenda, su una miriade di giornali e riviste. Chi scriverà – prima o poi – la storia della seconda metà del Novecento e dei primi 25 anni del Duemila dell’isola d’Ischia, troverà il mio nome centinaia di volte. Così come troverà il mio impegno raccolto nelle emeroteche, negli archivi, nei faldoni, nei documenti che testimoniano mezzo secolo di una battaglia civile.

Il Pio Monte della Misericordia di Napoli, fondato nel 1602, ha trasformato la propria natura giuridica da ente pubblico a ente morale privato, con almeno tre cambi di statuto riferiti alla sola “Opera dei Bagni Minerali di Ischia”. Un’opera sostanzialmente estinta da oltre 50 anni, e che oggi viene formalmente chiusa col trasferimento delle rovine del complesso – definito “primo in Europa” da una lapide ancora visibile in via Tribunali 253, a Napoli – al Comune di Casamicciola, che ora potrà finalmente farne un nuovo uso pubblico.

Per 42 anni ho insistito sulla necessità del titolo di piena proprietà. Una nozione che mi fu chiara sin dai tempi della Ragioneria, grazie alle lezioni del prof. Antonio Delle Cave.

Per mezzo secolo, un ente morale con governatori dai titoli nobiliari – aragonesi, borbonici, savoiardi – ha creduto che, con un semplice diritto di superficie temporaneo, si potesse attrarre investimenti per miliardi di lire da imprenditori privati. Ma la realtà è stata diversa. I giuristi e gli economisti che vorranno capire questa storia troveranno rogiti notarili, articoli di giornale, atti ufficiali.

Oggi si può – forse – aprire una nuova pagina per il mio amato paese.
È il mio augurio più sincero.
Ma il mio contributo, io l’ho già dato.

Casamicciola, 17 settembre 2025
Giuseppe Mazzella – Il Continente

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